mercoledì 30 novembre 2016

5 +1 COSE CURIOSE SUL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO

Oggi mi è scappato un post più lungo del solito ma sono sempre stata affascinata da questa festa e leggendo qua e là ho scoperto un sacco di notizie interessanti sul Giorno del Ringraziamento che non voglio più scordare. Cos’è il Giorno del Ringraziamento? Walt Hickey, un giornalista americano, lo definisce un comodo sistema per riconoscere i canadesi che si nascondono tra i veri cittadini americani!

1) IL T-DAY - Praticamente a un mese dal Natale si celebra quella che in America è la festa più sentita e che onora i sentimenti di unità familiare e non. Ogni anno cade in un giorno diverso del calendario (un po’ come da noi per l’ultimo giorno di Carnevale) e si festeggia il quarto giovedì di novembre che quest’anno è il 24.

2) LE ORIGINI - Leggenda vuole che la nascita  del Thanksgiving’s Day risalga al  1620 quando i primi coloni, salpando da Plymouth,  in Inghilterra,  sbarcarono  nel Nuovo Mondo nei pressi di Cape Cod (precisamente in un luogo chiamato Roccia di Plymouth…Che coincidenza!). Lasciarono la patria per sfuggire alla  persecuzione causata delle loro idee religiose integraliste ma giunti in un territorio sconosciuto e ostile, si salvarono  solo grazie all’aiuto dei  nativi americani che  impartirono loro i rudimenti per ottenere il primo raccolto decente, a base di granturco, e per allevare tacchini.  Per rendere grazie a Dio del successo ottenuto e per ringraziare i nativi degli insegnamenti ricevuti organizzarono una festa di ringraziamento (thanksgiving). Questa  vicenda, tra storia e leggenda,  è stata tramandata come la prima giornata di Ringraziamento, che vedeva l’unione dei coloni con la popolazione nativa americana, finalmente seduti alla stessa tavola.

 3)   LA SOLENNITA’ - L’ufficialità della celebrazione
avvenne però nel 1862 quando il  presidente Abramo Lincoln proclamò il quarto giovedì di novembre come  festività nazionale americana, su suggerimento della scrittrice ed editrice giornalistica Sarah Josepha Hal,  fautrice  della festa intesa come cerimonia che avrebbe rafforzato lo spirito di unione del paese in un periodo tragico come la  Guerra di Secessione.

4)  IL BLACK FRIDAY - Dopo un intero giorno di  festeggiamenti con parenti e amici in casa o in campagna e al mare   ( a seconda della latitudine in cui ci si trova) ci si merita una
giornata di shopping sfrenato ed ecco com’è nata la giornata del Black Friday, usanza che da pochi anni  è sbarcata anche nel vecchio continente e che apre ufficialmente la corsa ai regali di Natale. I negozi sono aperti fin dalle prime luci dell’alba e la giornata promette affari d’oro per chi ha il coraggio e la pazienza di affrontare le interminabili code in auto e in negozio.

5)  IL TACCHINO - Essendo una festa conviviale il centro di tutti i festeggiamenti è la tavola imbandita e per tradizione il piatto forte è il tacchino ripieno ma i tacchini non erano sul menù del primo pasto del Ringraziamento. In realtà, cervi, mais, merluzzi, e altri pesci furono tra i piatti serviti nel 1621. Anche l’ usanza del tacchino fu introdotta ai tempi di Abramo Lincoln e Sarah Josepha Hale. Una piccola curiosità: Benjamin Franklin voleva che il tacchino fosse l’uccello ufficiale degli Stati Uniti, pensando fosse più americano dell’aquila e “più rispettabile”. Altra particolarità: ogni anno il Presidente degli USA, durante un evento in diretta televisiva concede la “grazia” a due tacchini. Dopo la cerimonia nel Rose Garden, gli animali trascorreranno il resto della loro vita nel 'Gobblers Rest', una sorta  di casa di riposo nella Virginia Tech University. 

6) IL MENU’ - E sempre a proposito di tavole imbandite parliamo dei cibi che non devono mancare sulla tavola del T-Day. In accompagnamento al tacchino si serve la cranberry sauce (salsa al mirtillo rosso), preparata facendo bollire i saporiti frutti con lo zucchero oppure il mashed potatoes, il purè di patate aromatizzato all’aglio. Negli Stati del Sud è irrinunciabile il tradizionale corn bread (pane al mais), mentre sulla costa della Florida  si serve sempre il mac and cheese, versione americana della nostra pasta al forno in cui il parmigiano reggiano cede il posto al formaggio cheddar. E per finire in dolcezza il dessert che non deve mai mancare è la torta alla zucca, la pumpkin pie, con varianti da costa a costa che vedono come alternativa la torta di mele (New York) o la torta di patate dolci (nel Sud) o la torta alle ciliegie (nella West Coast).  

venerdì 25 novembre 2016

Natale al Poggio

E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che mi sono dedicata al blog; per me era prevedibile che succedesse, perché la  pigrizia e la  mancanza di tempo mi impediscono di portare avanti progetti a lungo termine. Sicuramente devo lavorare di più sulla mia buona volontà e sulla costanza nel mantenere saldi i miei buoni propositi. Di sicuro c’è che questo piccolo passatempo  mi è mancato molto negli ultimi mesi, da quando la mia quotidianità ha ripreso i normali ritmi e sono stata ricatapultata nuovamente nella frenesia e nella noiosa vita di sempre. Ho pensato tante volte di trovare un buon post  per rinnovare la Maison Arilù, ma alla fine lasciavo sempre perdere per fare altro (tutte cose molto meno gratificanti e piacevoli ma che all’apparenza sembrano sempre di importanza maggiore). Invece finalmente ho trovato lo stimolo per togliere la polvere e far prendere aria alla Maison: raccontare della domenica appena passata a Casole d’Elsa al mio primo (e non ultimo) Natale al Poggio.




Intanto va detto che la scelta del luogo è stata veramente azzeccatissima e naturalmente questo è un merito anche del Comune di Casole che ha accolto “il popolo del Poggio”  in un ambiente curatissimo e davvero adatto a presentare i lavori delle varie espositrici (e anche – a sorpresa – di tanti espositori uomini!). Ogni antro e cavità accoglieva con luci calde e d’atmosfera e anche le piazzette e i portici erano davvero ospitali e il clima che si respira era molto caldo e piacevole. Sono venuta a conoscenza di questa iniziativa, come quasi sempre accade, per caso. Avendo tra i contatti di facebook alcune amiche che esponevano non ho voluto perdere l’occasione per conoscerle di persona e ammirare i lavori che ero sicura non mi avrebbero delusa e infatti così è stato; anzi, la realtà ha davvero superato la fantasia e le foto che avevo visto non rendono giustizia alla sensazione che dal vero si può godere toccando, annusando e godendo delle sfumature dei tanti colori che ho visto. In particolare ho conosciuto Erika: un'amica, che non posso chiamare altrimenti che “artista”! 


Erika Chiari  cura  la sua pagina qui e a Casole ha proposto alcuni dei suoi lavori che così ho avuto l’occasione di ammirare dal vivo; ora spero solo che accolga il mio invito e faccia un corso per imparare i suoi metodi. Non so come siano state le precedenti edizioni del “Natale al Poggio” ma decisamente questa mia prima esperienza è stata appagante. Questo mio piccolo contributo vuole essere un grazie speciale a Dani Verde Salvia che – ahimè – non sono riuscita a conoscere ed abbracciare perché era sempre accerchiata da un gran numero di persone; credo che persone come lei, con un entusiasmo e una passione così forte da creare un piccolo mondo così bello come quello del Natale al Poggio  siano un patrimonio per tutta la comunità delle creative (continuo a parlare al femminile e chissà perchè). Purtroppo non ho fatto foto e non mi sembra giusto usare gli scatti di altri fotografi che hanno immortalato la giornata con splendide immagini che però si possono trovare e ammirare qui in questo album