mercoledì 30 novembre 2016

5 +1 COSE CURIOSE SUL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO

Oggi mi è scappato un post più lungo del solito ma sono sempre stata affascinata da questa festa e leggendo qua e là ho scoperto un sacco di notizie interessanti sul Giorno del Ringraziamento che non voglio più scordare. Cos’è il Giorno del Ringraziamento? Walt Hickey, un giornalista americano, lo definisce un comodo sistema per riconoscere i canadesi che si nascondono tra i veri cittadini americani!

1) IL T-DAY - Praticamente a un mese dal Natale si celebra quella che in America è la festa più sentita e che onora i sentimenti di unità familiare e non. Ogni anno cade in un giorno diverso del calendario (un po’ come da noi per l’ultimo giorno di Carnevale) e si festeggia il quarto giovedì di novembre che quest’anno è il 24.

2) LE ORIGINI - Leggenda vuole che la nascita  del Thanksgiving’s Day risalga al  1620 quando i primi coloni, salpando da Plymouth,  in Inghilterra,  sbarcarono  nel Nuovo Mondo nei pressi di Cape Cod (precisamente in un luogo chiamato Roccia di Plymouth…Che coincidenza!). Lasciarono la patria per sfuggire alla  persecuzione causata delle loro idee religiose integraliste ma giunti in un territorio sconosciuto e ostile, si salvarono  solo grazie all’aiuto dei  nativi americani che  impartirono loro i rudimenti per ottenere il primo raccolto decente, a base di granturco, e per allevare tacchini.  Per rendere grazie a Dio del successo ottenuto e per ringraziare i nativi degli insegnamenti ricevuti organizzarono una festa di ringraziamento (thanksgiving). Questa  vicenda, tra storia e leggenda,  è stata tramandata come la prima giornata di Ringraziamento, che vedeva l’unione dei coloni con la popolazione nativa americana, finalmente seduti alla stessa tavola.

 3)   LA SOLENNITA’ - L’ufficialità della celebrazione
avvenne però nel 1862 quando il  presidente Abramo Lincoln proclamò il quarto giovedì di novembre come  festività nazionale americana, su suggerimento della scrittrice ed editrice giornalistica Sarah Josepha Hal,  fautrice  della festa intesa come cerimonia che avrebbe rafforzato lo spirito di unione del paese in un periodo tragico come la  Guerra di Secessione.

4)  IL BLACK FRIDAY - Dopo un intero giorno di  festeggiamenti con parenti e amici in casa o in campagna e al mare   ( a seconda della latitudine in cui ci si trova) ci si merita una
giornata di shopping sfrenato ed ecco com’è nata la giornata del Black Friday, usanza che da pochi anni  è sbarcata anche nel vecchio continente e che apre ufficialmente la corsa ai regali di Natale. I negozi sono aperti fin dalle prime luci dell’alba e la giornata promette affari d’oro per chi ha il coraggio e la pazienza di affrontare le interminabili code in auto e in negozio.

5)  IL TACCHINO - Essendo una festa conviviale il centro di tutti i festeggiamenti è la tavola imbandita e per tradizione il piatto forte è il tacchino ripieno ma i tacchini non erano sul menù del primo pasto del Ringraziamento. In realtà, cervi, mais, merluzzi, e altri pesci furono tra i piatti serviti nel 1621. Anche l’ usanza del tacchino fu introdotta ai tempi di Abramo Lincoln e Sarah Josepha Hale. Una piccola curiosità: Benjamin Franklin voleva che il tacchino fosse l’uccello ufficiale degli Stati Uniti, pensando fosse più americano dell’aquila e “più rispettabile”. Altra particolarità: ogni anno il Presidente degli USA, durante un evento in diretta televisiva concede la “grazia” a due tacchini. Dopo la cerimonia nel Rose Garden, gli animali trascorreranno il resto della loro vita nel 'Gobblers Rest', una sorta  di casa di riposo nella Virginia Tech University. 

6) IL MENU’ - E sempre a proposito di tavole imbandite parliamo dei cibi che non devono mancare sulla tavola del T-Day. In accompagnamento al tacchino si serve la cranberry sauce (salsa al mirtillo rosso), preparata facendo bollire i saporiti frutti con lo zucchero oppure il mashed potatoes, il purè di patate aromatizzato all’aglio. Negli Stati del Sud è irrinunciabile il tradizionale corn bread (pane al mais), mentre sulla costa della Florida  si serve sempre il mac and cheese, versione americana della nostra pasta al forno in cui il parmigiano reggiano cede il posto al formaggio cheddar. E per finire in dolcezza il dessert che non deve mai mancare è la torta alla zucca, la pumpkin pie, con varianti da costa a costa che vedono come alternativa la torta di mele (New York) o la torta di patate dolci (nel Sud) o la torta alle ciliegie (nella West Coast).  

venerdì 25 novembre 2016

Natale al Poggio

E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che mi sono dedicata al blog; per me era prevedibile che succedesse, perché la  pigrizia e la  mancanza di tempo mi impediscono di portare avanti progetti a lungo termine. Sicuramente devo lavorare di più sulla mia buona volontà e sulla costanza nel mantenere saldi i miei buoni propositi. Di sicuro c’è che questo piccolo passatempo  mi è mancato molto negli ultimi mesi, da quando la mia quotidianità ha ripreso i normali ritmi e sono stata ricatapultata nuovamente nella frenesia e nella noiosa vita di sempre. Ho pensato tante volte di trovare un buon post  per rinnovare la Maison Arilù, ma alla fine lasciavo sempre perdere per fare altro (tutte cose molto meno gratificanti e piacevoli ma che all’apparenza sembrano sempre di importanza maggiore). Invece finalmente ho trovato lo stimolo per togliere la polvere e far prendere aria alla Maison: raccontare della domenica appena passata a Casole d’Elsa al mio primo (e non ultimo) Natale al Poggio.




Intanto va detto che la scelta del luogo è stata veramente azzeccatissima e naturalmente questo è un merito anche del Comune di Casole che ha accolto “il popolo del Poggio”  in un ambiente curatissimo e davvero adatto a presentare i lavori delle varie espositrici (e anche – a sorpresa – di tanti espositori uomini!). Ogni antro e cavità accoglieva con luci calde e d’atmosfera e anche le piazzette e i portici erano davvero ospitali e il clima che si respira era molto caldo e piacevole. Sono venuta a conoscenza di questa iniziativa, come quasi sempre accade, per caso. Avendo tra i contatti di facebook alcune amiche che esponevano non ho voluto perdere l’occasione per conoscerle di persona e ammirare i lavori che ero sicura non mi avrebbero delusa e infatti così è stato; anzi, la realtà ha davvero superato la fantasia e le foto che avevo visto non rendono giustizia alla sensazione che dal vero si può godere toccando, annusando e godendo delle sfumature dei tanti colori che ho visto. In particolare ho conosciuto Erika: un'amica, che non posso chiamare altrimenti che “artista”! 


Erika Chiari  cura  la sua pagina qui e a Casole ha proposto alcuni dei suoi lavori che così ho avuto l’occasione di ammirare dal vivo; ora spero solo che accolga il mio invito e faccia un corso per imparare i suoi metodi. Non so come siano state le precedenti edizioni del “Natale al Poggio” ma decisamente questa mia prima esperienza è stata appagante. Questo mio piccolo contributo vuole essere un grazie speciale a Dani Verde Salvia che – ahimè – non sono riuscita a conoscere ed abbracciare perché era sempre accerchiata da un gran numero di persone; credo che persone come lei, con un entusiasmo e una passione così forte da creare un piccolo mondo così bello come quello del Natale al Poggio  siano un patrimonio per tutta la comunità delle creative (continuo a parlare al femminile e chissà perchè). Purtroppo non ho fatto foto e non mi sembra giusto usare gli scatti di altri fotografi che hanno immortalato la giornata con splendide immagini che però si possono trovare e ammirare qui in questo album

martedì 22 marzo 2016

Stella o cuore

Ormai è quasi Pasqua, il Natale è passato dal un bel po’ di tempo e anche il mio periodo nefasto finalmente si è concluso positivamente. Un’ottima occasione per mantenere la mia promessa di festeggiare il ritorno alla normalità consegnando quei piccoli pensierini fatti per le amiche più care. Nei mesi passati quando ancora ero chiusa in casa ma la convalescenza procedeva per il meglio ho potuto dedicarmi alla creazione di piccoli oggetti come stelle e cuori creati con le cannucce di carta. Sono i primissimi esperimenti fatti e all’inizio è stato piuttosto difficile capire se andare avanti oppure buttare tutto e ripiegare su qualcosa di più facile.
Poi, come sempre, la fortuna mi ha aiutato e sono incappata in un gruppo fantastico di Facebook pieno di tutorial e consigli per riuscire a  finire quello che avevo iniziato. “Creare con le cannucce di carta” è un gruppo fondato da Germana Contini, che però mette a disposizione i propri video anche su you tube e con cui si può  iniziare ad avvicinarsi all’arte dell’intreccio. I tutorial che ho provato a replicare io sono due: per la stella questo e per il cuore quest'altro

Siccome l’arte dell’intreccio crea dipendenza mi sono anche comprata il primo e-book di Germana ma devo ammettere che per ora, oltre alla stella e al cuore che ho appena regalato non ho fatto molti progressi: ho provato a fare un cestino ma dopo qualche giorno di tentativi disastrosi ho buttato tutto. Credo che ci voglia molta pratica e pazienza; due cose in cui io non mi applico mai seriamente, ma intanto c’è la voglia di provare e sono sicura che prima o poi l’aiuto di Germana sortirà i suoi effetti e con il tempo, cannuccella dopo cannuccella, anche io avrò il mio primo cestino home made! 

domenica 13 marzo 2016

Lavander blue


Sull’onda dell’entusiasmo del primo recupero shabby chiesi  a parenti e amici di svuotare le vecchie stanze per trovare qualche pezzo di poco valore da poter usare come cavia per i miei esperimenti. Non sono ancora pratica e quindi non me la sento di mettere mani a pezzi di valore, ma per fortuna si trovano ancora comò, comodini e altri pezzi da usare per impratichirsi con pennelli e colori. Così mi è stata recapitata una coppia di comodini a cui dare una nuova mano di colore! Tra l’altro era il momento in cui iniziavo a scoprire il trasferimento d’immagine e alla fine ho unito le due ispirazioni (shabby e trasferimento) ed è venuto fuori proprio un bel risultato soprattutto perché ho usato il mio colore preferito: il lavanda. Come prima cosa ho pulito a fondo tutto il mobile, poi scartavetrato il tutto e con l’aiuto del falegname di casa (il maritozzo) sono stati  riparati i piccoli danni del tempo con stucco e di nuovo carta vetrata a più riprese. Visto il colore scelto, che era molto più chiaro dell’originale ho deciso di colorare anche tutto l’interno e per rifinire ancora meglio gli interni, ho incollato nei cassetti e sui ripiani interni una bella carta classica con il giglio di Firenze.
 Prima di iniziare con i colori è il momento di passare la candela su tutti i bordi; questo passaggio servirà in seguito, per andare a ritrovare il color legno di fondo e dare quel tocco di vissuto che rende più morbido tutto l’insieme. Finalmente è arrivato il momento più divertente: il colore! Come sempre ho usato i colori Fleur nelle tonalità LAVENDER BLUE e EGGSHELL in due riprese . Così però lo stacco tra i due colori era troppo marcato e l’effetto molto poco “polveroso”, allora ho trattato il mobile, perfettamente asciutto, con la tecnica del dry brush. Utilizzando un pennello piuttosto rigido si intinge appena le setole in un colore di contrasto (il lavanda sul beige e viceversa) e tirando il colore con pennellate lunghe e leggere si “sporca” il colore con una sfumatura a contrasto. Per dare risalto all’immagine scelta ho dipinto delle linee verticali sul piano del comodino a fare da cornice al mazzolino di lavanda con la scritta in francese trasferito con l’Almawin (per quanto riguarda questo passaggio ho già detto tutto in precedenza qui ). Dopo un paio di giorni dal trasferimento ho passato delle  pennellate belle generose di cera bianca e dopo avere atteso che asciugasse bene ho dato  una vigorosa lucidata. Due pomelli di Zara Home  in ceramica e il restyling è completato. Il problema di questo hobby è uno solo: non sapere dove mettere tutti questi pezzi, ma con il tempo sono sicura di riuscire a trovare un posticino in casa per dare risalto anche a loro!

lunedì 29 febbraio 2016

Dolce Domenica

Domenica uggiosa=giornata ai fornelli. Era già da un po’ che avevo voglia di provare alcune ricette e finalmente questa Domenica pioggerellosa ha conciliato la cosa. Complice un giornata di pioggia e la golosità latente ho passato un bel po’ di tempo in cucina evitando il rischio di finire per ore sul divano di casa in stato comatoso ed ecco le tre ricette provate e gustate dai  miei Masterchef.

Muffin alle mele
Ingredienti per 14 pezzi c.a.: 250gr. di farina, 125 gr. di zucchero, 250gr. di yogurt, 80ml. Di olio di semi, 1 uovo, 250gr. di mele (più o meno 2 mele), il succo di mezzo limone, 1 bustina di lievito per dolci, 1 bustina di vaniglina. Preriscaldate il forno ventilato a 180° e imburrate le formine dello stampo per muffin. Lavate le mele, sbucciatele, tagliatele a dadini, quindi versateci sopra il succo di mezzo limone. In un’altra terrina mescolate la farina con la bustina di lievito. In una ciotola capiente sbattete l’uovo e aggiungete i due tipi di zucchero (semolato e vaniglina), l’olio, lo yogurt e i dadini di mele e mescolate bene. Incorporate il tutto con la miscela di farina e lievito. Versate l’impasto negli stampini riempendoli solo per ¾ (il composto lieviterà parecchio). Infornate per circa 30 minuti poi fate riposare i muffin 5 minuti prima di estrarli dagli stampi e servite freddi o tiepidi.
Cookies noci e cioccolato
Ingredienti per 50 pezzi c.a.: 210gr. di farina, 40gr. di fecola, 125gr. di burro, 90gr. di zucchero semolato, 100gr. di zucchero di canna, 1 uovo, 1 cucchiaino di lievito per dolci, 90 gr. di gocce di cioccolato, 50 gr. di gherigli di noci tritati. Tagliate il burro freddo a pezzettini e mettetelo in una terrina. Versateci lo zucchero di canna, quello semolato e un pizzico di sale e montate fino ad ottenere una massa spumosa (per questa operazione è perfetto il minipimer a immersione). Aggiungete l’uovo intero e mescolate. Unite la farina, la fecola e il lievito e amalgamate tutti gli ingredienti. Infine aggiungete le gocce di cioccolato e i gherigli di noci e mescolate brevemente. Staccate dei pezzi di impasto (che risulta abbastanza duro) grandi come una noce, schiacciateli appena e disponeteli su una teglia ricoperta da carta forno, distanziandoli bene. Infornate a 180° per 15 minuti: i biscotti sono pronti quando diventeranno appena marroncini. Aspettate che si raffreddino un po’ prima di disporli in una scatola di latta dove rimarranno friabili per giorni.
Biscotti della salute
Per questa ricetta che volevo provare da tempo, ho cercato molto su internet e finalmente ho trovato la versione giusta sul blog "La vetrina del Nanni" . Ce ne sono moltissime versioni ma io non ho avuto dubbi e ho scelto questo adattamento fiorentino…Ed infatti il risultato è stato perfetto…che sia un caso? Ehehehe.

Ingredienti
Farina 350 gr
Zucchero 50 gr
Latte 100-130 gr
Uovo 1 medio (55 gr quello che ho usato io)
Burro 50 g
Olio EVO 8 gr
Lievito compresso 7 gr
Sale 3 gr
Acqua 50 gr

Procedimento. Preparare uno "lievitino" sciogliendo tutto il lievito nell'acqua (che sia possibilmente tra i 25° e i 30°) e lavorarla impastandovi 100 gr della farina, l'impasto alla fine sarà liscio e sodo. Formare una pallina, praticarci due tagli a croce, metterlo in un recipiente e coprirlo con acqua (sempre tra i 25 ed i 30°). Nel frattempo mettere nella ciotola dell'impastatrice lo zucchero, l'uovo e 100 gr di latte tiepido (sempre 25-30°); tenere poi a portata di mano del latte però stavolta freddo, se sarà necessario ne aggiungeremo ancora quando l'impasto avrà preso corpo. Appena il lievitino sale a galla, sgocciolarlo e strizzarlo bene dopodiché aggiungerlo a pezzetti agli altri ingredienti in planetaria, aggiungere la farina rimanente ed avviare la macchina col gancio. Quando l'impasto comincia ad essere formato, aggiungere il sale assieme a poco latte (1-2 cucchiai), farlo assorbire bene e far lavorare l'impasto fino ad incordatura aumentando la velocità. Se giudicate che l'impasto lo richieda, aggiungere ancora latte poco per volta, la consistenza deve rimanere comunque abbastanza sostenuta. Una volta incordato l'impasto incorporarci poco per volta il burro pomatoso, ribaltando l'impasto tra un aggiunta e l'altra. Infine per ultimo incorporare l'olio versandolo a filo mantenendo sempre l'incordatura. Togliere l'impasto dalla macchina, verificare che la temperatura finale sia sempre intorno ai 26-28° max. formarci una palla chiudendo sotto e porla in una ciotola coperta a lievitare preferibilmente in ambiente tiepido (intorno ai 27-28°)  finché raddoppia di volume. L'impasto si presenterà ben gonfio e rotondo, comunque sempre teso superficialmente. Capovolgere l'impasto sulla spianatoia e dividerlo in 4 pezzi uguali che andranno in un primo momento preformati a palla chiusa sotto e lasciati riposare 5'. Successivamente formare 4 filoncini del diametro di 4-5 cm circa allungadoli poco per volta senza forzare, lasciando riposare la pasta per 5' tra un allungamento e l'altro. Stendere i filoncini ben distanziati su teglie di carta forno e mettere a lievitare a 28°, appena lievitati lucidare con uovo o semplicemente con latte. Nota: se si preferiscono di una dolcezza più marcata sciogliere un po' di zucchero a velo nel lucidante prescelto. Infornare a 180° per 15-20' al termine dei quali i filoncini dovranno essere bruniti. Sfornare, lasciar raffreddare completamente e lasciarli riposare fino al giorno successivo. All'indomani tagliare i filoncini a strisce larghe un dito circa, porli sulle teglie e passarli in forno basso (120-140° max) a biscottare, ovvero ad acquistare una bella doratura. Normalmente dovrebbero volerci 15' circa per lato... ricordarsi di girarli! In un sacchetto o in una scatola di latta si conservano a lungo sempre ben fragranti.





                       

venerdì 12 febbraio 2016

La casetta delle fate

Qualche giorno fa su una delle mia pagine preferite di Facebook  è apparsa un’immagine che mi ha ispirato un nuovo progetto: era una fatina luminosa dentro una piccola lanterna. Allora ho pensato che un’idea così poteva essere perfetta per costruire una piccola luce di compagnia da mettere vicino al letto della mia nipotina. E allora mi sono imbarcata subito alla ricerca del materiale giusto: il barattolo giusto, la luce da mettere con sicurezza all’interno, le sagome  di Trilly e amiche varie per creare l’illusione perfetta.



Alla fine, anche se sembra strano, credo che questo sia stato il progetto più ricercato fatto fino adesso. La cosa più facile è stata farsi venire l’idea! Il resto è stato costruito così: un barattolo di vetro liscio e non troppo alto comprato da Ikea al cui interno ho messo una piccola luce a led a batteria (non potevo usare candele in un recipiente chiuso e che contiene carta); sulle pareti ho incollato con vinavil tre sagome nere di fatine di varie forme. Per finire, sempre con il vinavil ho rivestito il contenitore con carta velina colorata ma soprattutto molto molto fine, in modo che le sagome risultassero ancora ben visibili. Una spruzzata di polvere di fatina sul coperchio e sul barattolo e la casina delle fate è pronta per fare compagnia ai bambini più paurosi nel buio della notte. E’ per un piccolo ometto…al posto delle fatine si può usare la sagoma di un draghetto sputa fuoco! 

Il mio primo corso shabby

Erano anni che guardavo ammirata le foto di case shabby su Pinterest e seguivo sconsolata le creazioni pubblicate sulle pagine Facebook di persone sconosciute. Ho sempre pensato che non sarei mai riuscita a ottenere risultati così belli: troppa tecnica e troppe conoscenze da acquisire. Pensavo che ci volessero anni di scuola e così procrastinavo ogni possibile soddisfazione per una mia personale creazione. Poi tramite Facebook ho incontrato una persona fantastica: la mia prima vera maestra dell’arte shabby Lucia  Cacciatore. Vi consiglio di cercarla su Facebook e se potete di partecipare a uno dei suoi corsi per iniziare a conoscere quest'arte. La mia maestra è una capacissima esperta d’arte e restauro, oltre ad essere una persona speciale nel mestiere di insegnare e purtroppo (o per fortuna) i chilometri che ci separano non rendono possibile una frequentazione più assidua.   Poche ore con lei e ho scoperto che, con alcune nozioni di base e con i materiali giusti, si possono ottenere piccole opere di grande appagamento. Sono ancora convinta che per raggiungere certi risultati di alta scuola occorrano anni di esperienza accanto a veri maestri di bottega ma, per quel poco che ho creato finora, la mia poca esperienza è già sufficiente. Con poca fatica e qualche pomeriggio libero sono già riuscita a salvare  qualche vecchio mobiletto da un destino funesto. Il mio primo salvataggio è iniziato subito alla bottega Domus art & design e così grazie agli strumenti e alla pazienza di Lucia sono arrivata a Firenze con due assi pronte per essere bruciate in caldaia e sono tornata a casa con un oggettino a cui mi sono subito affezionata e che ora è piazzato nell’angolo preferito di casa. Da allora non ho più avuto paura di lanciarmi in esperimenti coraggiosi e forse anche questo blog in una certa misura è nato grazie alla sua spinta perchè prima non credevo minimamente nelle mie possibilità e invece tutte le imprese sono alla portata basta crederci e provare. 

giovedì 4 febbraio 2016

Regali di NON -Natale

Come anticipato quest’anno i regali di Natale arrivano lenti lenti nelle settimane/mesi avvenire. Il primo regalo consegnato è un quadretto da appoggio creato con il trasferimento d’immagine e ispirato a Audrey Hepburn nato per una carissima amica con cui passo sempre i miei momenti migliori! E le persone speciali meritano regali speciali, quindi cosa c’è di meglio di qualcosa creato ispirandosi alle passioni della persona cara? In questo caso il tema è quello di un’attrice icona di stile ed eleganza ma per ogni persona si possono creare oggetti unici con la frase della propria canzone del cuore, con il motto preferito o riproducendo la fotografia della vacanza indimenticabile oppure con la foto del cantante più amato o qualsiasi cosa ci venga in mente. In questo caso il trasferimento d’immagine è la tecnica in assoluto migliore che si possa adottare; facile da fare, non sporca (anche questo è un bel vantaggio) e con il solvente ALMAWIN si profuma anche la casa di un gradevole aroma di arancia. Anche in questo caso il “mio” PINTEREST è una vera miniera di idee e spunti di ogni tipo – dalle immagini vintage, ai fonts più singolari e particolari -. L’unico inconveniente che capita a me è che parto cercando un’immagine di un certo tipo e dopo poco ho salvato decine di pin dei più svariati argomenti…risultato? una bachceca di scaricabili di circa 330 pin!!
L’oggetto di oggi è stato costruito con una semplice tavoletta di compensato (20cm x 23cm) di 1cm di spessore a cui è stato applicato un triangolo di circa 3 cm di lato sul retro in modo da ottenere un appoggio. Ho passato una mano di primer bianco, poi carteggiatina leggera dopo 12 ore e in seguito ho disegnato le righe grigie e beige intorno a un rettangolo della misura dell’immagine da trasferire, ultima carteggiatina e posso procedere alla cosa più divertente….IL TRASFERIMENTO D’IMMAGINE!! Devo dire che prima di trovare il coraggio di provare ho aspettato mesi e mesi, perché mi sembrava una cosa quasi impossibile da fare, poi con un bel po’ di coraggio ho provato e quasi subito ho raccolto i primi frutti! Devo dire che mi sono stati di aiuto i consigli delle esperte dei vari gruppi di facebook che postavano cose meravigliose e che mi hanno dato la spinta giusta per provare, soprattutto ringrazio le amiche di "shabby, cuore e...." che sono sempre generose nel condividere i trucchi del mestiere . Ci sono pochi segreti da sapere; il primo è che si deve usare meno prodotto possibile per intingere l’immagine; meno prodotto si riesce a stendere e migliore sarà il risultato. Il secondo è che ogni immagine deve essere stampata con stampante laser a colori con toner compatibile con il solvente usato per il trasferimento (nel mio caso lo sgrassatore biologico ALMAWIN), per rendere l’idea di quanto mi sia fatta trascinare in questa passione dico solo che ho appena acquistato una stampante nuova solo per essere sicura di avere delle stampe con toner trasferibile!
A fine operazione consiglio sempre di passare un velo di cera d’api ma di aspettare almeno 24 ore perché il trasferimento si fissi sull’oggetto senza rischiare di portare via l’immagine appena trasferita…e rovinare il risultato finale.
Ah…il regalo è stato particolarmente apprezzato e io ho passato qualche ore con una delle persone speciali che porto sempre nei miei pensieri.

lunedì 18 gennaio 2016

Il meraviglioso mondo di Pinterest

Come anticipato sulla paginetta di Facebook, in questi giorni mi sono divertita a mettere un po’ d’ordine in cucina stampando e attaccando qua e là etichette di ogni tipo. La scusa è che dovevo provare la nuova stampante e così sono partita alla ricerca di qualcosa di utile e carino da stampare e Pinterest per me ormai è diventata una fonte inesauribile di ispirazione per tutte le occasioni. Ho scoperto Pinterest solo un paio di anni fa ma da allora non passa giorno che scurioso un po’ sulle varie bacheche e metto Pin a destra e manca….quando riuscirò a fare tutte le cose e le idee che salvo sulla mia bacheca non ho proprio idea!
Tra le altre cose che avevo salvato in attesa di un futuro utilizzo c’erano un po’ di etichette e ho pensato di postarle anche qui. Chi possiede dei fogli adesivi può stampare direttamente le etichette e poi ritagliare la sagome altrimenti come me, basta stampare su semplice carta A4 e poi usare del biadesivo per creare l’etichetta da attaccare.
Naturalmente ci sono centinaia di etichette per tutti i gusti ma per una prima visita su Pinterest si può iniziare da qui:



Oppure dalla mia pagina di PINTEREST  e poi divertirsi a trovare altre idee e suggerimenti.

lunedì 11 gennaio 2016

Primo post 2016 e primo esperimento di cannuccelle

L'anno nuovo ormai è iniziato e piano piano si riprendono le vecchie abitudini, per me creare è una di queste. Di solito con l'anno nuovo si inaugurano anche nuovi propositi e io ne avevo uno in mente da un bel pò: cimentarmi con l'intreccio delle cannucce di carta. Grazie ai tutorial di Germana Contini ho provato il mio esperimento e il risultato è stato buono, sopratutto perchè mi hanno fatto i complimenti anche gli uomini di casa che di solito sono un pò orsi nei loro apprezzamenti, quindi direi che il successo è stato pieno!
Il procedimento è semplice: tagliare a metà la pagina  di un quotidiano e poi ogni metà ancora a metà; da un foglio intero si ottengono 4 rettangoli (c'è chi utilizza anche i volantini promozionali che si trovano nella buchetta della posta - unieuro...lidl...ecc; io ho provato, ma li trovo più rigidi e forse, non essendo tanto pratica, faccio più fatica a lavorarli e piegarli). Dopodichè con l'aiuto di uno spiedino di legno iniziare ad arrotolare un angolo del giornale e via via formare una cannuccia che alla fine fisserete con un goccio di vinavil. Ottenute tante cannuccelle si può iniziare a progettare un oggetto da fabbricare. Io ho iniziato con il cuore che è la forma più semplice da riprodurre. Ho smontato una gruccia da lavanderia e con il fil di ferro ho sagomato un cuore, piegando a metà il filo ho ottenuto la punta e poi via via con le mani ho formato le curve del curve, quando sono ancora aperte vi ho inserito due cannucce per lato e scorrendo lungo il filo ho raggiunto la punta del cuore. Ho fissato le due cannucce con del nastro carta e ho proceduto poi chiudendo il cuore, anche la parte alta è stata bloccata con il nastro carta. A questo punto sono pronta per cominciare a usare le cannucce avvolgendole tutto intorno al perimetro della forma, dall'altro al basso e da parte a parte, via via incastrando una cannuccia dentro l'altra e continuando l'intreccio. La prima e l'ultima cannuccia le ho bloccate con vinavil e il cuore è finito. Adesso basta arricchire l'oggetto finito con cuoricini di mdf, nastri e fiori di stoffa e tutto quello che ci suggerisce la nostra fantasia. La passione per lo shabby mi ha ispirato colori chiarissimi e tono su tono ma ognuno deve seguire la propria creatività. Ora si può   piazzare l'opera finita a una finestra (come ho fatto io) o dove più vi piace: in mezzo al palo delle tende tra i due teli di stoffa, alla maniglia di una porta oppure come fuoriporta di benvenuto! Devo dire che è una tecnica molto semplice ma che produce risultati meravigliosi (quando si raggiunge una buona pratica), quindi credo che presto proverò nuovi intrecci e nuovi oggetti da creare!